Benvenuti in questo nuovo episodio della rubrica “Due chiacchiere con…”  dove, grazie a delle domande mirate e alla mia faccia tosta, di volta in volta scopriremo qualcosa di più su chi lavora dietro le quinte di Kakuro. Oggi, aggirandomi tra le scrivanie dell’ufficio (che sono due eh), annusavo l’aria in cerca della mia prossima vittima. “Chi potrei torchiare con delle domande?” pensavo. Seguendo le orme del buon Watson, inizio dunque ad indagare finché, accanto al tavolino del caffè, seduto in una delle due scrivanie che vi dicevo poc’anzi, intravedo una losca figura intenta a fissarmi. È Steven Rubin, il co fondatore insieme a Yuri Cagnardi di Kakuro, che perplesso mi chiede: <Che diavolo stai facendo?>

Forse non ci siamo capiti, qui le domande le faccio io. Tu sei Steven Rubin vero?

Sì. Assolutamente l’unico, inimmitab… inmitab… immit…  Sono IO!

Facile rispondere così. Qui tutti vogliamo sapere chi è Steven Rubin?

Un uomo affascinante, di successo, molto apprezzato e desiderato dalle donne (nei miei sogni).

In realtà sono abbastanza musone, soprattutto la mattina. Ah, con spesso intendo sempre! Però c’è da dire che la mia simpatia cresce nel corso della giornata e di sera mi ritrovo bello allegro.

Sono di origini Olandesi. Ho vissuto in Italia, Olanda e Nigeria, dove mio padre lavora da anni.

Dico sempre che questo girovagare mi ha donato una mente aperta. Fin da bambino non ho mai visto muri o spazi chiusi, ma solo orizzonti infiniti che voglio visitare.

Tendo a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno e mai mezzo vuoto, anche se spesso finisce che bevo tutto il contenuto d’un fiato e non mi rimane più niente.

Adoro i nuovi progetti e mi ci butto a capofitto, ma se vedo che l’orizzonte è molto lontano è probabile che lo abbandoni per poi riprenderlo più avanti.

Chiedo anche a te, come è nata l’idea di Kakuro, ma soprattutto, non è che ci spieghi un po’ il logo e che vuole dire la parola Kakuro?

Domanda non difficile ma difficilissima! Un giorno io e Yuri ci siamo rincontrati dopo qualche anno. Abbiamo fatto la scuola artistica insieme e poi, come accade sempre in queste cose, ognuno ha scelto una strada diversa, lui quella del fumetto, più artistica ed io invece mi sono buttato nel 3D, più tecnico. Non ricordo più come, ma ad un certo punto è saltato fuori che Yuri aveva in ballo questo fumetto, “12” e io diverse idee da realizzare. Ci siamo chiesti: “perché non produrli noi con una nostra casa editrice?”. Quel giorno nacque Kakuro.

La parola KAKURO in realtà è il nome di un rompicapo logico giapponese, una sorta di Sudoku e cruciverba con numeri, (ma non chiedetemi come funziona perché non lo so). Il nome è l’unione di Ka Ku e Ro, che sono i nomi dei tre animali guida del nostro logo, il cinghiale, la volpe e il coniglio. Ci è piaciuta l’idea di unirli assieme per associarlo in qualche modo a questo gioco rompicapo. Per me è un po’ quello che noi tutti siamo agli occhi degli altri, un rompicapo da risolvere per poter vivere felici e andare d’accordo.

Progetti tuoi che vedranno la luce con Kakuro?

In questo momento sono concentrato su Arena, che è un progetto importante non solo per me ma anche per Kakuro. È tra i progetti più “onerosi” che abbiamo in ballo, nato da una mia idea e vedrà le prime luci nell’arco del 2022.

Qualche dettaglio in più ce lo puoi dare, vero?

Mh. Ok. Arena è un gioco in scatola con miniature collezionabili. Lo scopo del gioco è eliminare l’avversario in queste arene futuristiche nel modo più spettacolare possibile e guadagnare punti, di fronte ad un pubblico che in certe occasioni avrà un ruolo fondamentale.

Non voglio aggiungere altro per non spoilerare, anche perché c’è tutta una storia dietro molto più complessa. Posso però dirti che ci sono in ballo tante altre cose che hanno a che fare con il mondo di ARENA. Per tutte le novità consiglio di seguirci sul sito in modo da avere più dettagli.

Voglio anche citare Mauro Longhini che si sta occupando dei disegni e delle illustrazioni. Come autore dell’opera posso dire che non c’era miglior artista da poter scegliere. In questi anni di collaborazione il suo stile è cresciuto molto. Per la parte di sceneggiatura invece troviamo Cedric Tombo , che ha capito subito a cosa volevamo arrivare sposando a pieno l’idea. 

Alcuni sono incuriositi da questa modalità di finanziamento dei progetti chiamato crowdfunding. Ti va di spiegarci in breve cos’è e perché è importante per le piccole case editrici come Kakuro?

Il crowdfounding è un locale dove ci si trova per mangiare tutti insieme dei paninozzi con salame, prosciutto e altri salumi fantastici! Perchè mi guardi così?

Non ti credo…

Scherzavo! (che permalosa)

Il crowdfounding è un nuovo metodo che consente di fare business a quelle piccole aziende emergenti, come la nostra, che non hanno capitale per iniziare ad introdursi nel mercato, ma che hanno tante belle idee da realizzare.

In sostanza, si realizza la parte progettuale di un idea che può essere un libro, un fumetto, un gioco in scatola e si condivide su una di queste piattaforme online dove si chiede aiuto agli utenti per realizzarla. L’utente può contribuire in diversi modi, pre acquistando il prodotto (ottenendo spesso dei premi aggiuntivi per chi ha contribuito alla realizzazione) o semplicemente donando una piccola somma.

In parole povere:  voglio produrre questa cosa, ma per farlo ho bisogno di un tot., se il prodotto vi piace e lo vorreste, aiutate me produttore a raggiungere quel tot in modo da poterne giovare entrambe.

Se ci pensi è come chiedere aiuto a qualcuno per realizzare un tuo sogno da condividere con loro. La cosa davvero difficile è spiegarlo in modo che gli altri abbiano la tua stessa visione. È complicato riuscire a muoversi in questo tipo di contesto. Noi di Kakuro siamo alle prime armi, ma per una piccola azienda come la nostra che parte con pochissimo capitale è uno spiraglio importante. Crediamo che le nostre idee meritino e come ho detto prima, vedo il bicchiere mezzo pieno e credo che questo sogno si realizzerà.

Per queste interviste abbiamo pensato di introdurre delle domande fatte da chi ci segue sui social. 

“Ciao, vi ho visitato un paio di volte alle vostre fiere e avevo parlato con Steven del suo progetto Arena, visto che sono molto interessato al prodotto, anche per il suo lato “hobbistico” da collezione e pittura delle miniature volevo avere più dettagli sulla sua uscita?!”

Per l’uscita purtroppo non posso dare date precise, posso dire che nei prossimi mesi posteremo qualche foto delle prime miniature già stampate e pitturate che utilizziamo per testare il gioco, diciamo verso Marzo.

Il crowdfunding del gioco vero proprio penso inizierà verso la fine del 2022, vogliamo essere sicuri che il tutto funzioni e che sia il design ma anche il regolamento siano efficaci, stiamo cercando di creare qualcosa di nuovo, che non sia già sul mercato, ma è molto difficile data la vasta gamma di prodotti che ormai sono già in commercio.

Bene. Grazie Steven. 

Credendo di avere abbastanza informazioni per le mie indagini, chiudo il taccuino e chiedo a scrocco un caffè. Steven Rubin me lo offre e poi con una scusa esce dalla porta dicendomi che sarebbe tornato presto. Ancora lo sto aspettando. 

Intanto tengo in ostaggio la sua Nespresso e onestamente credo di essermi innamorata di quella piccola e splendente macchinetta del caffè. 

Kakuro ha ancora molte sfaccettature e c’è altro da raccontare, ma penso proprio che continuerò dopo un’altra tazza di caffè, ok?

Vi ringrazio per la lettura e vi invito a seguirci sui social dove vi aggiorniamo costantemente sullo stato dei lavori e sugli eventi.
Vi saluto e vi aspetto alla prossima.

Ciao dalla vostra Marylou!