Immagino che già dal titolo vi siate preparati a sorbirvi un noioso pippone su ispirazioni nate sorseggiando un caffè al Cafè de Flore di Parigi, di vocazioni per la scrittura apparse in sogno o degli influssi letterari alla quale faccio riferimento. No, tranquilli. In questo articolo vi parlo di come, battendo articoli in una semplice cassa del supermercato, ho iniziato a scrivere il mio primo libro. Ok, ok, fin da piccola sono stata una mente piuttosto creativa e amavo così tanto scrivere che, per la gioia di mia madre che continuava a spendere mezzo stipendio in quaderni, riempivo fogli su fogli di lettere. Ricordo che la maestra ce l’aveva con me perché, a suo dire, facevo la T al contrario e secondo lei non sapevo scrivere bene. Come si fa a fare una T al contrario, direte voi. Praticamente gli mozzavo il trattino sulla sinistra e al suo posto gli facevo un ghirigoro. Era una specie di mix tra una P speculare e una L sottosopra girata al contrario. Perché vi scrivo questo?
Perché, nonostante creassi storie con Lupo Alberto e Marta (che adoravo e adoro tutt’ora) e con un topo e un dinosauro che avevo inventato, mi sentivo sempre quella che non sapeva scrivere e questa cosa, pensate un po’, me la trascino fino ad adesso che ho diciotto anni… no, scherzo, ne ho quasi trentatré, però a quell’età ho iniziato a lavorare in un supermercato e indovinate un po’ dove sono arrivata adesso inseguendo il mio sogno di diventare scrittrice? Alla cassa venti, quella davanti il reparto della carta igienica. Sì, sono ancora una commessa del supermercato, ma qualche anno fa, in preda allo sconforto per il doppio turno e ispirata dalle richieste stravaganti dei clienti, ho acquistato un taccuino e, tra una spesa e l’altra, ho iniziato a scrivere. Così, un foglio dopo l’altro, una T strana dopo l’altra, è nato Le confessioni di una cassiera

Niente di trascendentale o sconvolgente eh.
Non svelo segreti che nessuno vuole dirvi o degli scandali nascosti alla stampa. Racconto semplicemente di Piera, la commessa del Supermercato Qualunque che cerca di scoprire la vocazione per essere una cassiera.

Vi avviso che il libro è strano forte! Una lettura più stimolante del retro dei flaconcini dello shampoo, veloce e fresca come la fila in posta il giorno dopo in cui gli anziani ritirano la loro pensione. All’inizio della storia, la protagonista è ingenua ed inesperta e si affida alla sapienza di Antonella, cassiera da più di vent’anni, che a poco a poco le insegna i trucchi del mestiere. Andando più avanti nei capitoli si trovano varie esperienze che Piera vive nel corso dei suoi anni da cassiera, intervallati dalle illustrazioni disegnate da Domitilla Cavalli che rappresentano la vasta gamma di genotipi da supermercato. Alla fine Piera troverà la vocazione che tanto cerca, ma non vi spoilero niente. Forse, inconsapevolmente, durante la lettura ci arriverete anche voi e se questo accadrà, vorrà dire che sono riuscita nel mio intento e che, anche se faccio ancora la T strana, un pochettino riesco scrivere ed è proprio questo il sogno che alimenta le mie giornate (ancora di più adesso che sono a dieta): diventare una scrittrice.

Ho molti progetti in cantiere, alcuni dei quali vedranno la loro conclusione nella seconda metà di quest’anno e della quale spero di potervi parlare al più presto. Intanto mi auguro che questo articolo sia stato diverso da quello che vi aspettavate all’inizio e, se volete supportare me e gli amici di Kakuro, potete acquistare il libro Le confessioni di una cassiera cliccando qui.

Vi ringrazio per essere arrivati fino alla fine e vi saluto nella speranza di vederci presto per un firmacopie che non sia in una cassa del supermercato.

Marylou Pillitteri

MARYLOU PILLITTERI Autrice

DOMITILLA CAVALLI Disegnatrice

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